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Il Carnevale di Mamoiada è uno dei più affascinanti della Sardegna, grazie alle sue inquietanti maschere e all’ancora più misteriosa danza che esse inscenano. Sos Mamuthones: portano sa bisera, maschera nera di legno d’ontano o pero selvatico, di fogge antropomorfe. L’espressione è sofferente o impassibile: labbra, naso, zigomi sono pronunciati per nascondere e trasfigurare le sembianze umane. In testa portano su bonette, copricapo maschile, e su muncadore, fazzoletto femminile, marrone o granata. Indossano sas peddhes, mastruca di pelli di pecora, sopra un abito di fustagno o velluto (su belludu); calzano sos husinzos, scarponi del pastore.
Una maschera nera dai lineamenti grotteschi, lontani dalle sembianze umane ma al tempo stesso disperatamente umani. Legno di pero selvatico, duro sul volto, a darle forma. Zigomi sporgenti e sguardo che affiora dai fori all’altezza degli occhi. Un altro foro a livello della bocca per il respiro, e la testa cinta da un fazzoletto marrone legato sotto il mento. Mastruche di pecora nera sopra l’abito di velluto e trenta chili di campanacci in ferro che vengono sbattuti coprendo qualsiasi altro suono. E’ così che si conciano i Mamuthones di Mamoiada.