Quel ramo del lago… della Barbagia. Sembrerebbe una rivisitazione del celebre romanzo di Manzoni ma in realtà si tratta di un articolo di apertura della cronaca lombarda, pubblicato stamattina sul Corriere della Sera, accompagnato dal titolo “Cascinali e auto dei sindaci incendiati nella «Barbagia» dell’Alto lago”.
L’Alto Lario – spiegano – ha profonde analogie con la Barbagia e ciò che accomuna il cuore della Sardegna con i piccoli paesini lombardi è il clima dell’omertà, della vendetta, minacce e ritorsioni.
Ci risiamo. Allo stereotipo della Barbagia arretrata e retrograda non si scappa. Sappiamo tutti che gli stereotipi, per quanto possano contenere un briciolo di verità, finiscono però per fossilizzarsi nel pregiudizio. E il pregiudizio è sempre lì, dietro l’angolo.
Nel 1981, in un inserto del quotidiano La Stampa, il poeta Angelo Mundula lamentava che per troppo lungo tempo la Sardegna è stata soltanto Orgosolo. La Sardegna veniva rappresentata come Costa Smeralda oppure come violenta Barbagia, oppure l’una e l’altra cosa insieme, cioè “oro dei banditi e oro dell’Aga Khan”. Ma il vero oro è altrove, scriveva Mundula. È quello che brilla in una Sardegna più segreta, più misteriosa, ma assai più vera della falsa immagine che viene soltanto dal banditismo o soltanto dalla Costa Smeralda.
Vorrei partire da Mundula e dal suo concetto di “falsa immagine” per ribadire che la Sardegna e il suo interno sono un’altra cosa. Ignoriamo queste becere provocazioni e iniziamo a parlare di Barbagia guardando da un altra prospettiva.
Parliamo delle potenzialità che ha questo territorio dal punto di vista culturale, turistico e ambientale. Arrabbiamoci per le scuole chiuse o irraggiungibili. Parliamo del trasporto interno inesistente.
Pensiamo alle criticità da risolvere per far crescere le nostre imprese insediate in Barbagia e attrarre nuove attività. Facciamoci sentire. Giorno dopo giorno assistiamo a una situazione che peggiora progressivamente, dal divario infrastrutturale al deserto produttivo.
Lasciamo da parte le etichette della Barbagia incivile, terra di malviventi e sequestratori, e andiamo avanti. Allontaniamoci dal pregiudizio. Questa azione deve partire dal basso. In primis da noi sardi.
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