-Irene Bosu*-

Maria Lai, una delle figure femminili più importanti e affascinanti nella storia dell'arte italiana della seconda metà del Novecento, è stata una piccola grande fatina sarda che dava vita ai fili. Li stringeva, li scioglieva, li allacciava, li annodava. Fili che diventavano pensieri, storie, emozioni. Fili che univano intere comunità, mondi diversi. L'artista incrociava la sua vita con altre vite, con altri mondi. Intrecciava l'arte e la poesia. Univa il nostro territorio. Desiderava stare da sola, nascosta. Ascoltava e adorava il silenzio.

Quando arriva il momento in cui una persona capisce di non appartenere a qualcuno e di essere totalmente universale e vasta - affermava l'artista di Ulassai - allora ha raggiunto l'apice della felicità, perchè il vero amore è quello che aiuta l'altro ad essere libero. Ha avuto sempre bisogno di creare distanze con chi l'amava. Il padre la definiva “una capretta ansiosa di precipizi”.

Nei mesi invernali, tra il freddo e il silenzio della montagna, lassù nei tacchi ogliastrini, la piccola Maria saltò le scuole materne ed elementari; in completo isolamento iniziò a scoprire e cogliere in sé l'attitudine per il disegno. La famiglia decise in un secondo momento di iscriverla alle scuole secondarie a Cagliari, dove ebbe la fortuna di conoscere il suo maestro di Italiano Salvatore Cambosu. Egli per primo comprese le difficoltà della bambina nell'inserimento scolastico e per primo scoprì la sua sensibilità artistica; grazie a lui, la giovane allieva ulassese si fece carico dell'importanza e del valore del Latino e delle poesie e scoprì "il valore del ritmo delle parole che portano al silenzio". Cambosu – sosteneva Maria Lai - era l'unico che aveva fiducia nella mia arte. Il padre non aveva mai imposto la sua volontà, ma era costantemente preoccupato delle scelte dell'artista. Nonostante questo Cambosu la spronava, le diceva di andare avanti nella sua direzione e di non fermarsi davanti a niente. Da allora è stata coraggiosa e libera di seguire il suo sogno.

Le opere di Maria Lai sono frutto di una geniale applicazione di tutte le facoltà più alte dello spirito umano, sono sostanza spirituale, connettivo di idee e sentimenti. Tendono a sottolineare l'importanza del collegamento col concreto della vita, intesa così come può intenderla ogni uomo al quale indirizzi il suo messaggio. La vita descritta nelle sue opere viene così ad assumere il ruolo di “humus” ricca e piena di promesse, matrice feconda di sentimenti umani profondi, unico rimedio contro l'aridità interiore e l'inconsistenza morale.

“Un bel giorno”, ha scritto Carlo Antonio Borghi, “il dio distratto incontrò Maria Pietra lungo la strada tra Santa Barbara e Ulassai. Quassù è magnifico – le disse – ma se ti distrai rischi di ruzzolare giù fino al mare di Tortolì. Procurami un ago grande e magico – rispose lei – cucirò queste rocce di montagna agli scogli di quel mare, così nessuno potrà più farsi del male, neanche l’animaletto più piccolo. Il dio distratto le consegnò l’ago e Maria Pietra fece quel che doveva fare: il paesaggio. Capriole, piroette e giravolte, Tutto per farsi notare da quel dio distratto tanto amato e ricamato. Così Maria Lai ha fatto. Il resto è olio di parole, miele amaro e arte.

Maria Lai è scomparsa un anno fa ma le sue opere, continuano a cucire e ricucire il mondo, le culture, le distanze. I suoi paesaggi e i suoi racconti appartengono a tutti, nessuno escluso. Come quando si gioca assieme. Da Cagliari a Nuoro, fermandosi ad Ulassai è possibile visitare una mostra magica. “Ricucire il mondo” è un progetto espositivo dei Musei Civici di Cagliari, del Museo MAN di Nuoro e della Fondazione Stazione dell’arte di Ulassai. L’esposizione propone un percorso cronologico e tematico strutturato in tre diverse sedi con più di trecento opere, provenienti da raccolte sia pubbliche che private, oltre che dalla collezione della famiglia.

Ricucire il mondo è la prima retrospettiva completa dedicata all’artista.

*FocuSardegna

Autore dell'articolo
Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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