Il 4 Marzo, data per me importante, finalmente i 40 anni. Torta, amici, nipoti e parenti. Una domenica in arrivo con tantissimi viaggiatori. È da mesi che abbiamo organizzato questi viaggi, i turisti sono euforici, ogni giorno mi scrivono chiedendo maggiori dettagli. “Che bello, domenica finalmente saremo su quel trenino, un viaggio che abbiamo tanto desiderato.”

Il 4 Marzo, pomeriggio, soffio le candeline, taglio della torta. 

“Mamma, dice che sospendono l’attività didattica!”

Ore 20.00 la notizia diventa ufficiale, sospese le attività didattiche sino al 15 Marzo.

Il 5 Marzo leggiamo il decreto, iniziamo a prendere tutte le precauzioni, iniziamo ad annullare il viaggio dell’8 marzo.

Da qui tutto inizia a diventare inesorabilmente nero, dobbiamo stare in casa, annullare viaggi, non si capisce sino a quando, tutto diventa così irreale.

Inizio a prendere vecchi libri, racconti, a capire cosa in questo momento mi possa aiutare per organizzare i viaggi futuri, perché ho la sensazione che tutto sarà diverso.

Dal 2017 sono stati tanti i sacrifici fatti per rendere il viaggio sul Trenino Verde un prodotto turistico che sia un vettore per questo territorio che ormai è un’isola nell’isola.

Vado a ritroso, penso, faccio diverse ricerche. Questi giorni mi soffermo al pensiero che queste montagne siano state sempre viste come un limite e come uno scudo difensivo, e ho sempre pensato che la ferrovia qui abbia portato dei notevoli cambiamenti, come spostare merci e persone in modo più veloce.

Adesso la velocità di allora per noi è lentezza, come cambiano in fretta le cose. 

Una lentezza che ci dà la possibilità di contemplare il territorio attraversato, di soffermarci sui racconti.

Ricordo il nostro inizio, nel 2017, tantissimi articoli che annunciavano una rinascita della linea ferroviaria.

Un pomeriggio di Maggio ricevetti una chiamata, un insegnante ormai in pensione aveva trovato il mio numero e voleva raccontarmi qualcosa.

Indovinate un po?

“Salve Monia, ho 92 anni e negli anni 50 lavoravo nella pluriclasse di MonteCorte, la stazione che si trova tra Desulo e Tonara, insegnavo ai figli dei cantonieri. Ricordo quel primo periodo del mio lavoro con profonda emozione. Vivevo a Sorgono e per raggiungere MonteGorte prendevo la Locomotiva che partiva alle 5.00 del mattino. Le giornate invernali, il freddo pungente, il treno che attraversava paesaggi innevati, il caldo camino nelle aule. Ho scritto un diario di racconti che parlano di quel periodo, se vuole le leggo una pagina, per farle capire quant’era felice per me quel periodo. Deve sapere che ricordo tutti i nomi dei miei alunni”.

E così inizia a leggere una pagina di quel diario “Memorie di una giovane maestra”, mi ripete tutti i nomi dei suoi studenti, ricorda tutte le persone che viaggiavano con lei. Una memoria di ferro!

Il viaggio in treno è questo, è un racconto tra silenzi di Stazioni e case cantoniere, di una storia vissuta appieno e di nuove speranze. Quando ci fermiamo nelle stazioni,che nascono rispettando il paesaggio che le circonda, troviamo sempre un anziano, che scambia qualche parola di affetto con noi e qualche ricordo.

 

Tutto quello che vorremmo fare è riportarvi sul Trenino Verde, da Mandas sino a Laconi, alla Miniera di Funtana Raminosa, a Betilli, a Sadali. Vi riporteremo a visitare il nuraghe Is Paras, ci fermeremo a Palarana, passeremo davanti a Is Barroccus, al Flumendosa.

Adesso restiamo a casa, appena possibile tutti assieme, ripartiremo per rivivere la magia della nostra Isola di Sardegna, a ripercorrere le rotaie lillipuziane, a raccontare di storia, di amicizia e di questo periodo che speriamo diventi solo un ricordo.

Monia Floris

Barbagia Express

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