E quindi la Sardegna è diventata arancione “senza passare dal via” (ovvero dal giallo!). Anzi vi dirò di più in base alle nuove norme, arancione vuol dire che a Pasqua, diventeremo automaticamente rossi. E tutto ciò senza alcun preavviso, senza alcuna spiegazione e soprattutto nonostante i parametri (che regolano le nostre vite da un anno a questa parte) nel complesso siano rassicuranti. 

Come ho già spiegato nel mio precedente intervento (pubblicato il 15 u.s.) era arrivata la decisione regionale per gestire e limitare gli arrivi. Né più né meno come chi ha una camicetta bianca, sta accorto in un party per evitare che qualche idiota gliela insozzi!

E così, ex abrupto, è arrivata la punizione: siamo diventata arancioni. 

Mi viene in mente subito quel bambino che aveva un pallone da calcio nuovo di zecca e lo portò al campetto. Dopo il primo tempo, la sua squadra perdeva 8-2, e decise di andar via. Col suo pallone sotto braccio. Forse a qualcuno dava fastidio fin dall'inizio che la Sardegna fosse l'unica regione “bianca”! E quel qualcuno ha voluto punirci per aver pensato di salvaguardare il nostro “candore” cromatico-sanitario.

Pazienza se i numeri della Sardegna siano buoni ma esista un algoritmo dell'indice R(con)t che supera 1. 

Esattamente 1,08. 

Ergo si va in arancione.

Absit inuria verbis emerge con evidenza che quella concessione sia stata solo uno zuccherino per tenerci a bada salvo poi togliere dal cilindro come il miglior prestidigitatore un bell’algoritmo – visto che le associazioni animaliste hanno vietato l'uso dei conigli! – con dati preoccupanti!  

Le nostre vite dipendono quindi da un algoritmo? La sicurezza economica di molti lavoratori che per tre settimane hanno sperato di riacquistare la dignità del lavoro dipende quindi da un algoritmo?

Vincenzo Mangione