Nelle ultime ore i tg ci hanno bombardato con servizi che sponsorizzavano la proposta di legge della Brambilla contro la macellazione di animali da carne sotto i sei mesi. Premetto che non ho nessuna stima politica e personale per la Signora in questione e non mi interessa sensibilizzarla sui problemi di un comparto in ginocchio, soprattutto in Sardegna, dove sono numerose le aziende che a causa di Equitalia, incendi ed alluvioni non navigano in buone acque. Per molti di voi sarà stato un servizio come un altro, una delle tante notizie spazzatura a cui anche i principali tg ci hanno abituati. Bene, per me non è solo lo sproloquio di una rossa onorevole, mi sento in dovere di scrivere tutte le cose che mi vengono in mente e consapevole di non poter competere con il risalto mediatico che hanno le amichette del Berlusca, mi invoco dunque al buon senso del singolo consumatore.
Forse non tutti sanno che l’agnello sardo è un prodotto ottimo e poco tutelato. Gli agnelli infatti vivono al seguito delle madri al pascolo e vengono macellati non appena svezzati, non subiscono nessun allevamento intensivo. Altra cosa che non tutti sanno è che c’è una notevole differenza olfattiva e gustativa tra un agnello da latte e un agnello di sei mesi, è un prodotto completamente diverso. La domanda che mi pongo è quale senso abbia tutelare un agnello di un mese che poi verrebbe condannato a morte di lì a cinque mesi, se non quello di arrecare un danno economico agli allevatori. Faccio ancora parte di quella generazione che è cresciuta nella cultura agropastorale, perché tutti da noi, sono figli, nipoti o pronipoti di pastore.
Le regole di questo mondo sono la nostra tradizione e non è mai saltato in testa a nessuno pensare che fosse oltraggioso mangiare l’agnello a Pasqua. Anzi per mio nonno l’uccisione dell’agnello da mangiare in famiglia e la sua cottura erano un rito, e ho ancora ben presente quanta umanità ci fosse nei suoi gesti. Oggi è stato offeso un comparto che lavora sodo, mi son sentita offesa come persona e come consumatrice, perché voglio poter onorare la tradizione come mi pare e portare a tavola ciò che mi piace, voglio nutrirmi di prodotti genuini, di produzioni a km zero, voglio promuovere la qualità a discapito delle quantità e soprattutto avere il diritto di non sentire idiozie alla tv, ma questo mi rendo conto sia utopistico. Fa sorridere il modo in cui ci si scanni per un Crocifisso tolto da un’aula scolastica, o per un’adolescente che vuole usare il velo.
Fa sorridere fare una campagna contro la macellazione degli animali e vedere poi quanto poco rispetto ci sia verso le persone, quanto bullismo ci sia tra i ragazzi e quanta maleducazione nella vita di tutti i giorni. Io rispetto tutti gli esseri viventi, seguo le leggi della natura, e so che nessun allevatore si potrebbe permettere di mantenere tutti gli agnelli che partorisce il suo gregge. Ed è inutile porre un limite di tempo per la macellazione, macellare gli agnelli dopo sei mesi di vita significherebbe proporre al mercato un prodotto che il mercato non cerca. Quindi il risultato che si avrebbe se questa scellerata proposta diventasse legge, sarebbe la morte degli allevamenti ovini. Niente agnello, niente pecorino, niente lana e decine di posti di lavoro in meno.
La vostra campagna mediatica è ben studiata, immagino che la sensibilità di tanti telespettatori, non possa rimanere indifferente alla notizia che tanti cuccioli di pecora vengono sacrificati per imbandire le nostre tavole pasquali. Peccato che questo teatrino sia guidato da una dei soci fondatori della Sotra Cost International, un’azienda che commercia prodotti ittici surgelati (per un giro di affari di 45 milioni l’anno), ergo mi chiedo se la sua battaglia etica sia dettata dall’amore incondizionato verso gli animali o piuttosto da un conflitto di interessi.Mi dispiace che persone che vivono ogni giorno a contatto con i propri animali vengano additati come mostri perché vivono di allevamento e ne accettano, in modo innato, le sue leggi.
Io sono la prima che ad ottobre novembre va a “scoccolarsi” i primi arrivati, consapevole che di lì a poche settimane dovranno essere macellati, ma non credo di essere meno sensibile della Signora Brambilla.
Non cambierete il mondo non mangiando carne, ma forse lo migliorerete mangiando carni allevate naturalmente, e rispettando il lavoro e i valori di tutti.
Pastore sardu mantene su fronte e mai manchet s’anzone a Pasca e Paschighedda.
Tania Marrocu