Crisi economica, industrie in fallimento, inquinamento, campagne svuotate, crisi sociale, disoccupazione, scioperi, crisi politica, corruzione, peculato. Questa è la Sardegna, territorio al collasso, che con i suoi 24mila km² è diventata lo specchio d'Italia, forse più di ogni altra Regione italiana. Il popolo sardo si trova come intrappolato in un enorme incubo, stretto fra la rabbia per la situazione odierna e la paura per la mancanza di futuro.

La crisi economica, che si è abbattuta sull'Italia e sull'Europa in questi anni, ha mostrato i suoi effetti peggiori proprio sulla terra dei "quattro mori". Questo perché sono migliaia le multinazionali e le piccole-medie imprese presenti sul territorio che hanno accusato un forte calo della produzione, avviandosi sulla strada del fallimento. Tra l'altro molte di queste attività sono in mano agli stranieri, a cui poco importa se chiudere i battenti significa "uccidere" migliaia di lavoratori e di famiglie al seguito.

A questo si aggiunge poi il problema inquinamento, specie nell'area del Sulcis, dove tante aziende metallurgiche e siderurgiche sono finite sotto inchiesta per emissioni nocive e smaltimento improprio. E' il caso della Portovesme Srl, della Eurallumina, o della Alcoa, che da ormai due anni è protagonista di un delicato "braccio di ferro" tra lavoratori e padroni, che vorrebbero licenziare e chiudere tutto definitivamente. Le società Igea e Ifras invece, hanno ricevuto dalla Regione milioni di euro per bonificare le proprie miniere, ma di bonifiche non c'è traccia e nemmeno del denaro pubblico, che sembra sparito nel nulla tra clientelismo e malaffare. E poi c'è la Carbonsulcis, finita sotto inchiesta per aver speso 17 milioni di euro nell'acquisto di macchinari mai utilizzati.

Fallimenti, corruzione, mancanza di controllo da parte delle autorità, cattiva gestione politica. Tutto questo ha obbligato la Sardegna a raggiungere il 18% di disoccupazione, una della percentuali più alte d'Italia. Se poi ci si sofferma sulla disoccupazione giovanile, i dati sono ancor più allarmanti: 1 giovane su 2 è senza lavoro. Per tale motivo, sempre più giovani abbandonano la Sardegna, preferendo studiare e lavorare altrove. Il discorso agricoltura è ancora peggio poiché nessuno sembra più volersi occupare della terra. Le campagne di svuotano giorno dopo giorno e la politica ignora ormai da anni il problema, piuttosto che escogitare piani concreti di investimento nel settore.

Come reagisce la politica? L'unica cosa che ha saputo fare il presidente della Regione Ugo Cappellacci (Fi) è stato quello di stanziare un sussidio da 16 milioni di euro per 4mila lavoratori che hanno perso il lavoro. Un contributo da 700 euro al mese per sei mesi. Ma non basta, anche perché tra disoccupati e cassa-integrati le cifre si aggirano sulle 150mila persone. Insomma la politica è lontana anni luce e il 16 febbraio il popolo sardo tornerà alle urne. Ma con quale spirito di fiducia?

Cappellacci è stato riconfermato da Berlusconi come candidato forzista alla presidenza della Regione. Governatore dal 2009, Cappellacci ha assistito inerme alla distruzione dell'isola, alla sua implosione socio-economica. Sulla sua testa ci sono, tra l'altro, alcuni rinvii a giudizio, come quello per abuso di ufficio in alcuni appalti nell'ambito dell'energia eolica.Fascicoli su di lui sono stati aperti anche per il "crac di Carloforte" e il "crac di Sept Italia".

Il Pd invece candiderà Francesco Pigliaru, subentrato all'ultimo minuto a Francesca Barracciu, indagata per peculato dalla Procura di Cagliari. Sì, perché non bisogna dimenticare che, attualmente, sono circa 40 le persone indagate in Regione per l'utilizzo di soldi pubblici per scopi personali. Non proprio un bel biglietto da visita per la politica.

Con un Pd diviso e un centrodestra legato al passato, la Sardegna sarebbe potuta essere terreno fertile per il M5S. Esatto, "sarebbe potuta", perché alla fine il Movimento di Beppe Grillo non parteciperà alle elezioni regionali. A comunicarlo è stata la deputata sarda Emanuela Corda, che ha parlato di un acceso scontro tra due correnti interne, tale da impedireuna lista condivisa di candidati. Una "battibecco" che ha fatto infuriare Grillo, a tal punto da vietare l'utilizzo del simbolo del Movimento. Morale della favola: nessuna lista, nessuna candidatura e tempo scaduto. E pensare che a febbraio, alle ultime elezioni Politiche, il M5S fu il più votato con quasi il 30% dei voti. Ora, con centrodestra e centrosinistra non al top e con l'assenza di Grillo, via libera all'astensionismo.

fonte: http://it.ibtimes.com/articles/60951/20140107/sardegna-crisi-cappellacci-barracciu-pigliaru-grillo-m5s-sulcis.htm

 

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Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

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