Il mio contributo su Focusardegna nasce da una mera coincidenza.

Il giorno in cui Mariella mi ha parlato del progetto "Tutto quello che faremo" #appenapossibileinsardegna, la mia giornata era iniziata con il buon proposito di stilare una lista di cose che vorrei fare una volta che l’emergenza si attenuerà. Non voglio dire passerà, perché mi sono resa conto da tempo che sarà un processo molto lungo.

È stata una coincidenza, insomma. Una coincidenza dalla quale sono passati più di due mesi.

Quella lista l’ho iniziata, così come ho iniziato la stesura di queste righe, poi abbandonate a sé stesse, perché “le cose da fare sono sempre moltissime” e “la mia lista è lunga, molto lunga”.

E, se è vero che in questa lista ci sono tante cose che desidero fare nella mia città adottiva, Berlino, e in tanti altri posti intorno al mondo, è pur vero che tante sono le cose che desidero fare in Sardegna, la mia Terra.

Però c’è un luogo che desidero rivedere al più presto, non appena mi sarà possibile raggiungere l’Isola: Gadoni, quel Paese in cui è nata mia madre e in cui, 100 anni ad oggi (il 20 maggio del 1920) è nata la mia nonna.

 

Quel Paese, così radicato nei miei ricordi, è sicuramente il luogo da cui vorrei ripartire al mio ritorno in Sardegna. Voglio tornare a casa, la casa che nonna ha costruito per tutti i figli, lavorando ogni giorno insieme ai muratori. Perché nonna era sarta, ma era anche cuoca e ostessa, nel senso che ospitava la gente a pensione. E, all’occorrenza, era pure muratrice.

Voglio tornare in quei terreni, nella vigna di nonno, che ormai non c’è più. Ma i terreni, quelli sì che ci sono, grazie agli zii che se ne stanno prendendo cura. Perché da noi le famiglie sono qualcosa di speciale: le zie sono anche mamme e gli zii sono anche papà. E i cugini e le cugine sono fratelli e sorelle, ovunque essi vivano. In quell’ottica per cui i legami sono talmente forti che non ti senti mai sola.

E voglio tornare “in Miniera”, come si dice in Paese. Perché per noi Funtana Raminosa è “la Miniera” per antonomasia. La Miniera dove nonno ha lavorato per tanti anni, quando ancora tutti quei chilometri che la separavano da Gadoni si percorrevano a piedi.

Ed è proprio sulla strada per la Miniera che facevamo tappa d’estate, quando da bambine ci portavano a fare il bagno nella piscina di Arredelus. E ai miei occhi quella spiaggia e quel tratto di fiume erano bellissimi.

Voglio poter prendere parte ai festeggiamenti in onore di Santa Marta e a Prendas de Jerru. Perché è in quelle occasioni che si torna in Paese. E io ho rimandato per troppi anni, pensando che la nostra casa sarebbe rimasta lì, i nostri nonni pure. E che le feste, comunque, si ripetono ogni anno.

 

Niente di più sbagliato: i nonni non ci sono più da parecchio ormai. E raggiungere la Sardegna è quasi impossibile al momento, figuriamoci Gadoni.

Ma, appena sarà possibile e sicuro, #appenapossibileinsardegna, a Gadoni ci voglio tornare.

Perché ho amato visceralmente tanti luoghi nella mia vita, in tanti ho avuto la fortuna di viverne una parte, e anche Berlino per me è “casa”. Perché, in fin dei conti, ho la fortuna di essere cittadina del mondo. Ma quelle montagne sono dentro di me, sono amore puro. Le ho portate sempre con me, in ogni luogo in cui ho vissuto.

 

Quelle montagne sono dentro di me, sono amore puro. Le ho portate sempre con me, in ogni luogo in cui ho vissuto.

 

 

Simona Dedoni

Berlinese d’adozione, Cagliaritana di Nascita, Gadonese nel cuore. 
Vive in Germania dal 2009, dove si occupa di promozione della Sardegna e di comunicazione e marketing sul mercato tedesco per aziende e istituzioni, collaborando prima al progetto Sardegna Store e co-fondando nel 2015 Sardinien reisen.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 http://linkedin.com/in/simonadedoni

*Tutte le foto sono di proprietà dell'autrice, in gentile concessione a FocuSardegna