E’ vero, la situazione dei giovani sardi come, del resto, quella di molti giovani italiani, non è delle migliori: il mercato del lavoro è a pezzi, abbonda la precarietà e, quel che è più grave, si sta perdendo la speranza in un futuro migliore. E’ questa la motivazione che spesso spinge i neo-laureati a lasciare la tanto adorata terra sarda e a partire in cerca di fortuna.

Tuttavia, non è questa la storia di tutti i sardi all’estero. C’è anche chi, come me, non si ritrova nella categoria di quelli che sono “scappati dalla propria terra”, ma semplicemente ha colto al volo le opportunità per soddisfare la sete di viaggiare e scoprire cosa c’è di là dal mare. Io ho fatto delle mie esperienze all’estero uno (provvisorio?) stile di vita. Sono ormai nove mesi che lavoro in Belgio come assistente di ricerca nella stessa università in cui ho frequentato un master. Ci sono tornata dopo aver trascorso un bellissimo anno e mezzo in un villaggio andino dell’Ecuador, esperienza che voglio ripetere in un futuro prossimo.

Tra il Belgio e l'Ecuador. Ebbene sì, sono state proprio le opportunità, lavorative e di studio che spesso sono sottovalutate dai giovani, a costruire la mia esperienza di sarda all’estero. Se ho vissuto in Spagna, è grazie all’Erasmus; se ho realizzato il sogno di partire in America Latina per fare un periodo di volontariato, è grazie al Servizio Civile Internazionale e, infine, se ho potuto fare un master in Belgio e imparare il francese, è grazie al programma sardo Master and Back. Adoro viaggiare, conoscere nuovi posti e persone, adattarmi a una nuova cultura, impararne la lingua e, sempre, mantenere la mia identità di sarda e con orgoglio farla conoscere agli altri. E’ con i termini di paragone che, a mio parere, rafforzi il tuo senso di appartenenza e impari a valorizzare il tuo luogo d’origine. Anch’io sono convinta che il sole splenda in Sardegna come da nessun’altra parte al mondo, ma lo sono anche del fatto che ogni posto ha qualcosa per il quale vale la pena conoscerlo, dal quale hai sempre qualcosa da imparare.

Un probabile ritorno. La nostalgia è una ovviamente una costante ma, quando è sana, è costruttiva. A volte mi capita di pensare se e quando tornerò in Sardegna definitivamente; sono consapevole che il rischio legato a questo status è, oggi come oggi, quello di non trovare degli sbocchi lavorativi che ti diano l’opportunità di mettere a frutto dell’isola le conoscenze acquisite. Tuttavia, almeno per ora, apprezzo l’equilibrio che sono riuscita a trovare tra l’estero e casa mia. Grazie ai mezzi di trasporto molto accessibili (in Europa), posso tornare spesso a casa, forse più spesso di quanto non avessi potuto fare vivendo a cento chilometri di distanza e con un altro tipo di lavoro. Mi auguro che la situazione economica sarda migliori per ospitare chi ci vorrebbe tornare e chi non vorrebbe mai partire, ma, allo stesso modo, mi auguro che sempre più giovani imparino ad apprezzare e a sfruttare le opportunità che abbiamo a disposizione per conoscere diverse realtà.

 

Alice

Autore dell'articolo
Simone Tatti
Author: Simone Tatti
Giornalista, data analyst e startupper. Economista di formazione, con master in sviluppo territoriale e gestione d’impresa mi appassiono al mondo dei media dopo aver vinto il primo concorso universitario Heineken – Ichnusa in “Marketing e Comunicazione”. Scrivo con costanza da circa quindici anni su testate giornalistiche off e online prediligendo la produzione di reportage e articoli di analisi statistico/economica. Per amore verso la mia terra, fondo www.focusardegna.com. Ho curato l’immagine e la comunicazione di progetti di destinazione turistica (i.e. Distretto Culturale del Nuorese e Sardinia East Land | destinazione globale Nuorese Ogliastra) e la gestione dei canali social di affermati mass media (Unione Sarda, Videolina e Radiolina). Per sapere altro su me o quel che faccio, visita il mio sito www.simonetatti.it.

Dello stesso autore: