Impresa ardua trovare un italiano che non sia ancora stato in Sardegna, ecco perché questo libro è dedicato a molti: chi vi ha già trascorso qualche estate, chi ci è nato e crede di conoscerla tutta, chi ha commesso il peccato di trascurarla. Da Porto Torres all'altopiano di Tissi, dalle dolcezze fluviali ai miraggi di mare, dalla Maddalena fino a Cagliari, l'unica vera città dell'isola per popolazione ed estensione, dove questa regione che fu provincia romana "cessa di essere ciò che invece in parte è ancora altrove: una forza del passato".
Passaggio in Sardegna (Giunti, 2015) è stato scritto dallo stesso critico ferreo - ma che conosce bene il mestiere, come dimostra la sua produzione saggistica - le cui recensioni avrete letto sui quotidiani o sulle riviste per cui collabora: Massimo Onofri. Originario di Viterbo ma in parte sardo per una sorta di adesione naturale alla terra in cui si è insediato da anni - insegna all'Università di Sassari letteratura italiana contemporanea -, l'autore ha deciso di ordinare le conoscenze, i ricordi e le acquisizioni sull'isola in una sorta di itinerario che è prima di tutto grand tour culturale, poi autobiografia e, in ultimo, anche suggestione turistica, ma si tratta di un turismo alternativo che punta alla vita vera, quella genuina vissuta dagli autoctoni senza filtri vacanzieri o effetti speciali. Prima viene l'uomo con le sue abitudini, le cadenze della lingua, i lasciti letterari, i tormenti, gli aneliti. E le necessità, come quella di nutrirsi. Tra le pagine troverete ottime degustazioni e le indicazioni per raggiungere i ristoratori giusti:
"Der Mensch is was er isst, l'uomo è ciò che mangia, insomma: così la pensava il filosofo materialista che aveva rimesso sulle gambe l'uomo capovolto di Hegel. Vorrei che fosse chiaro all'eventuale forestiero che mi legge, poco importa se per turismo o per lavoro, che qui si mangia molto bene: con soluzioni a disposizione per tutte le tasche e per tutti i gusti, nel rispetto delle tradizioni più radicate, ma anche con aperture, più o meno caute, a una nouvelle cuisine che alla tradizione, talvolta, con originalità si declina".
Contrada dopo contrada, provinciale dopo il battello, i luoghi vengono attraversati e si caricano di significati con il fardello della loro storia, la bellezza dei monumenti, la speranza delle nuove attività - un occhio di riguardo è riservato al settore editoria, quello autoctono forse resta ancora poco conosciuto, ma è qualitativamente notevole.
Inseguendo spesso le notti su un crepuscolo romantico o captando le tracce del tempo attraverso la testimonianza di un libro speciale, questa terra magica si disvela senza fretta. Scoprirete, tra le tante curiosità, che tappa obbligatoria è Siligo e non solo per l'insediamento nuragico o l'antichissima chiesa: qui è nato e vive Gavino Ledda, autore di Padre padrone, un caso molto più che letterario: tradotto in quaranta lingue, trasposto in film dai fratelli Taviani (Palma d'oro a Cannes), aveva il pregio, oltre a uno sperimentalismo linguistico che accostava l'italiano al dialetto sardo, "di portare alla ribalta la feroce condizione sociale di un'isola selvaggia".
Una guida intesa nelle sue declinazioni più intime e profonde: fatta di sapori, di persone, di storie, di profumi, di rovine, perfino. Pare di vederle ancor prima che siano state digitate, le annotazioni di questo scrittore che è prima di tutto lettore, che si dichiara stilnovista impenitente e registra con uno sguardo attento il mondo attorno: poi redige con una scrittura preziosa, sempre varia, mai scontata, rendendo questo libro-mappa un piccolo gioiello più unico che raro.
di Marilu Oliva su Uffingtonpost