Era il 1965, l’anno della prima edizione di giochi senza frontiere, della nascita dei Doors, dei Pink Floyd e degli Scorpions. Al 15esimo Festival di Sanremo, presentato da Mike Bongiorno, trionfava Bobby Solo con “Se piangi, Se ridi".
Era il 1965 e il primo sardo calcava il palcoscenico più famoso d’Italia conquistando un posto in finale. Si chiamava Vittorio Inzaina, classe 1942, nato a Telti e, dopo la vittoria al Festival di Castrocaro, conquistava l’Italia della musica con il brano “Si vedrà”, cantato con vigore alla kermesse nell’ accoppiata vincente con il gruppo malgascio di Les Surfs.
Tre anni dopo la nostra isola tornava da protagonista con una voce che per noi significa Sardegna, significa tradizioni e sentimento. È quella di Marisa Sannia, cantautrice di Iglesias il cui indiscusso talento venne fin da subito apprezzato e valorizzato da Sergio Endrigo.
La sua “Casa Bianca”, cantata insieme a Ornella Vanoni nel 1968 e divenuta uno dei brani più cantati del film Alfredo Alfredo, si classificò al secondo posto del Festival. Il disco vendette 500mila copie e divenne un successo internazionale.
Marisa Sannia scenderà ancora le scale dell’Ariston nel 1970 e nel 1971 per poi, con "Amore amore", nel 1984. Gli anni seguenti furono dedicati alla riscoperta e valorizzazioni delle sue tradizioni e alla realizzazione di uno dei suoi capolavori più noti, “Sa oche de su entu e su mare”.
Sempre nei favolosi anni Settanta, tra acconciature alla Beatles, baffi e gilet ecco, a mandare in visibilio le fan italiane, dopo la vittoria al Festival di Castrocaro con “Due ragazzi nel sole”, i Collage, protagonisti, nel 1977, della 27esima edizione di Sanremo.
La band, formatasi a Olbia dall’incontro tra i fratelli Pietro e Tore Fazzi, il chitarrista Piero Pischedda e il saxofonista Paoluccio Masala si classifica a Sanremo 1977 al secondo posto con il brano “Tu mi rubi l’anima”. Il loro è un successo costante e tra un tour e l’altro eccoli ancora sul palco del Festival nel 1979 con “La gente parla”, nel 1981 con “I ragazzi che si amano” e, infine, nel 1984 in “Quanto ti amo”.
L'anno seguente, il 1985, il Banco del Mutuo Soccorso si posiziona al 15esimo posto con "Grande Joe". La voce solista è quella, indimenticabile, di Francesco di Giacomo, nato a Siniscola. A lui, scomparso in un incidente d'auto proprio durante il Festival del 2014, l'Ariston dedicò un commosso tributo.
Intanto gli anni passano e aumentano le televisioni nelle case degli italiani che ormai non ricordano quasi più i tempi in cui era consuetudine radunarsi nei salotti buoni dei rari fortunati possessori di tubi catodici.
E' il 1991 e mentre dalla Finlandia parte la prima chiamata con un cellulare GSM, Edwige Fenech consegna il primo premio di Sanremo a Riccardo Cocciante con “Se stiamo insieme”.
Al quinto posto, per la prima volta, la lingua sarda calca le scene dell’Ariston con “Spunta la luna dal monte”, versione in italiano dell’originale “Disamparados”. I Tazenda, pionieri del rock etnico italiano, conquistano la prestigiosa Targa Tenco e anche il pubblico sanremese, che esplode in una straordinaria standing ovation. A tradurre la canzone originale in italiano è Pierangelo Bertoli che duetta con Camedda, Marielli e Parodi sancendo l’immortalità del brano. La band sassarese tornerà a Sanremo l’anno successivo, questa volta da sola, con un brano interamente in sardo, “Pitzinnos in sa gherra” la cui strofa finale porta la firma di Fabrizio De Andrè.
Quello dei Tazenda, però, non è il vero primato: la lingua sarda arrivò sul palco più famoso d'Italia già nel 1988 con il gruppo sassarese degli Ice e la loro "Mama", scritta da Piero Marras.
Andatevi a rivedere il video dell'esibizione, anticipata da uno degli scambi di battute più comuni tra sardi che si ritrovano fuori dall'Isola, quello che rimarca il senso delle radici. E' quanto accade tra i componenti della band e Gabriella Carlucci che non manca di sottolineare le origini algheresi.
E a proposito di origini e radici da tutelare ecco gli Isola Song, due partecipazioni al Festival (2001 e 2011) e un genere unico e distintivo, una musica popolare che riscopre e riscrive le tradizioni. La loro "Grazie", "curiosa invocazione alle storiche canzoni sanremesi, per far rivivere le nostre grandi melodie" così come venne presentato da Raffaella Carrà, è un brano dalle sonorità particolari, arricchito dalla presenza delle launeddas.
Francesco Renga, originario di Tula, dopo l’avventura con i Timoria, avviò una serie di appuntamenti con l'Ariston, arrivando a collezionare ben 8 presenze. La prima è del 2001 con "Raccontami…", ancora l’anno dopo, con “Tracce di te” per conquistare il podio con uno dei suoi brani più iconici, "Angelo", nel 2005, alla cinquantacinquesima edizione del Festival.
Tornerà all’Ariston ancora nel 2009, nel 2012, nel 2014, nel 2021 e, come ospite, nel 2010 e 2011.
Le televisioni, intanto, sono diventate più sottili, non ci si accontenta più della bassa risoluzione mentre il suono rimbomba su appartamenti arredati Ikea e le news rimbalzano sui social.
Siamo nel 2008, l’anno in cui gli iscritti su Facebook, in Italia, sono più di un milione.
E’ questa la vetrina privilegiata per commentare il trionfo ad Amici di Maria De Filippi di Marco Carta, cantante cagliaritano dal timbro immediatamente riconoscibile. Il momento aureo del talento sardo esplode l’anno successivo con la vittoria del 59esimo Festival di Sanremo con il 57,62% delle preferenze. Il suo brano, "La forza mia", rimane in classifica per ben 6 settimane e sarà una delle canzoni più scaricate del 2009.
Nello stesso anno una sublime Patty Pravo intona "E io verrò un giorno là", brano di rara poesia ed eleganza composto da un giovane musicista di Cabras, Andrea Cutri.
Ancora dalla scuola di Maria De Filippi ecco Valerio Scanu che dalla Maddalena conquista l’Italia prima con il secondo posto ad Amici 2009 e, nel 2010, trionfando a Sanremo con “Per tutte le volte che”. Il brano diventa ancor prima della vittoria un vero e proprio tormentone e ottiene il disco di platino poco dopo la pubblicazione. Scanu tornerà, dopo la partecipazione, nel 2015, a Tale e Quale Show, sul palco dell’Ariston, l’anno successivo con "Finalmente Piove", brano scritto da Fabrizio Moro.
Nel 2013, dopo esser giunta in semifinale alla prima edizione di X Factor, Ilaria Porceddu, talentuosa cantante cagliaritana, impegnata in una ricerca costante in bilico tra cultura, tradizioni popolari, Sardegna e Continente, riporta la lingua sarda sul palco dell’Ariston con “In equilibrio”.
«Giru, bivu/ danzendi asusu e' unu filu/ deu seu comenti coriandulu/ ca antia simbillu a un anghelu/ istimamì immoi/ ca crasi no app'essi innoi» è il ritornello, in dialetto campidanese, del brano. Si classificherà seconda nella categoria giovani, dopo Antonio Maggio.
Il 2015 è l’anno di Bianca Atzei, nata a Milano ma originaria di Siris, nell’Oristanese. Con “Il solo al mondo”, brano che anticipa l’album "Bianco e Nero", calca le scene dell’Ariston accompagnata dagli abiti dello stilista algherese Antonio Marras, realizzati per l’occasione.
Lo stesso anno troviamo, tra le nuove proposte con “Oltre il giardino”, Gabriele “Kaligola” Rosciglione, sardo da parte di madre, poetessa di Sardara.
Lontani, lontanissimi e quasi sfumati nella memoria i tempi dei commenti in piazza all’indomani della kermesse, vista insieme, in una stanza addobbata a festa davanti ai primi televisori a colori.
Sanremo 2017, oltre ad aver registrato uno share del quasi 60%, è stato il primo Festival dei record social. La finale della 67esima edizione che ha portato sul podio Francesco Gabbani con "Occidentali's Karma", ha generato 6,1 milioni di interazioni totali su Twitter, Instagram e Facebook. 539mila le interazioni sul solo Twitter.
I cinguettii hanno raccontato, fatto sorridere, decretato vincitori e sconfitti, aggiunto, tolto o deformato le informazioni. Pubblicamente e, seppur edulcorati dalla velocità della rete, rimanendo scritti ma con la finta convinzione dei verba volant.
E in questa edizione più commentata che mai è tornata la Sardegna del talento e della cultura, dell’innovazione e delle miscellanee. Da The Voice, la cantautrice Alice Paba, nata e cresciuta a Roma con nonni di Aritzo, arriva sul palco dell’Ariston insieme al rapper di Senigallia, Nesli, con il brano"Do retta a te". Non conquistano la finale ma il popolo del web che esplode in post di supporto al duo.
In finale arriva anche Bianca Atzei che dopo una serie di collaborazioni importanti con mostri sacri della musica come Gianni Morandi e Loredana Bertè, il duetto con J.Ax nel remake di "Intro" e la partecipazione al Tale e quale Show, torna a Sanremo con “Ora esisti solo tu” conquistando il nono posto con il brano scritto da Kekko Silvestre dei Modà. Ad accompagnarla, ancora gli abiti di Antonio Marras e i gioielli di un’altra eccellenza sarda trapianta a Milano, il dorgalese Angelo Mereu.
Nella serata finale del Festival di Maria De Filippi e Carlo Conti, particolarmente intenso e apprezzato l’intervento di Geppi Cucciari sul tema delle scuse e delle false verità con un ricordo di Giulio Regeni.
In questa edizione, il dettaglio curioso che parla di Sardegna è un tessuto prodotto da un artigiano di Cagliari e scelto dallo stilista Angelo Cruciani per realizzare il completo indossato da Fabrizio Moro nella prima serata.
Infatti, se la Sardegna non va a Sanremo, a volte, ci arriva per altre vie, curiose e inaspettate. Come accadde nel Sanremo 2012 quando sulla chitarra di Davide Van De Sfroos campeggiava un adesivo dell'Isola (il perchè lo spiega qui).
Ad aver rinnovato la lunga storia d'amore che lega il Festival alla Sardegna è, però, un fuoriclasse della musica: madre di Orosei e padre egiziano, Mahmood è la vera rivelazione sanremese con ben tre podi conquistati.
Cantautore e paroliere, ha calcato il palco dell'Ariston per la prima volta nel 2018 vincendo Sanremo Giovani con il brano "Gioventù bruciata" e trionfando, poi, nel 2019 con la hit "Soldi" che conquista, anche, il secondo posto all'Eurovision Song Contest.
Il suo stile, unico, ricercato e dal taglio fortemente innovativo unito a una voce particolarissima, diventa un punto di riferimento nel panorama musicale italiano. La Sardegna rimane una ispirazione importante e in più occasioni Mahmood ne racconterà luoghi e dettagli. Due esempi per tutti: "T'amo", dedicata alla madre, sulle note di "No Potho riposare" e la performance al tempio di Antas di Talata.
Al settantaduesimo Festival di Sanremo ritroviamo Mahmood insieme a Blanco con "Brividi", brano di grande potenza emotiva. La loro è una vittoria annunciata e in quel Leone d'Oro sappiamo che c'è anche un pezzo di noi, un pezzo di Sardegna.
Ma non solo: nelle cinque giornate del 2022 dedicate al Festival c'è stato anche un altro sardo d'eccezione: il compositore, musicista e direttore d'orchestra Luca Faraone, under 30, radici ad Assemini trapiantate a Londra dove lavora con grandi nomi del panorama musicale internazionale.
Al 72esimo Festival ha realizzato l'orchestrazione di "Insuperabile" di Rkomi, scritto e prodotto insieme a Giulio Nenna e Dj Shablo "Ovunque sarai" di Irama e scritto insieme a Madame e Dj Shablo "Scatola", il brano che Laura Pausini ha portato nella sua esibizione come super ospite della seconda serata.
Siamo certi che questa storia non si esaurirà e che, anzi, ha ancora tanti spunti e dettagli da ritrovare e raccontare. Perché Sanremo, in fondo, racchiude quella capacità di riunione racconti e storie e, attraverso i suoi interpreti, di farci sentire tutti più orgogliosi, più appartenenti, più vicini.
Articolo originale pubblicato nel 2017 e aggiornato a febbraio 2022 anche grazie alle segnalazioni di chi ci legge (a tutte e tutti voi, grazie!)
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