-Irene Bosu*-
Entrare in una macchina del tempo e fare un lungo, lunghissimo viaggio, fino al 1600 a.c. E’ questa la sensazione che ho provato visitando il Parco di Tanca Manna. Un grande sito archeologico inglobato all'interno del centro abitato, nella parte meridionale di Nuoro. Dalla sommità si può ammirare una vista mozzafiato sul Monte Ortobene e sulla selvaggia Barbagia. Un viaggio nell'era nuragica che ci mostra un villaggio dell'Età del Bronzo medio.
A Nuoro, attraverso il contributo dell' Assessorato all'Ambiente, la collaborazione della Soprintendenza Beni Archeologici Sassari e Nuoro e delle Università degli studi di Sassari e Bologna, sta partendo un vero e proprio piano di valorizzazione per riportare alla luce il villaggio che si sviluppa attorno al nuraghe. Sono giovanissimi i ragazzi (stagisti, studenti, archeologi) di Tanca Manna che in questi mesi hanno rovistato le viscere del parco, scavato e fatto rilievi, per farci conoscere l'arte e la vita di quei nuoresi di quasi 4000 anni fa.
Il nuraghe di Tanca Manna è la principale struttura architettonica di un insediamento antico già evidenziato dai risultati della campagna di scavi eseguita nel 2005. Gli scavi sono stati preceduti da una mappatura in 3D dell'area, che ha consentito di scoprire alcune particolarità del sito. Alle quattro strutture, ritrovate nel 2005 nell'area circostante il nuraghe, si vanno oggi ad aggiungere nuovi ambienti che costituiscono l'antico villaggio. I lavori sono stati diretti dal Prof. Cattani dell' Università di Bologna che si è avvalso della collaborazione degli archeologi Florencia Debandi e Demis Murgia. Parallelamente alla campagna di scavi che ha consentito di trovare diversi utensili come macine, macinelli, fusaiole e manufatti in ceramica che fanno immaginare come si svolgeva la vita nel villaggio; verranno affiancati una serie di studi paralleli sulle coltivazioni e il tipo di allevamento effettuato in quel periodo. Al momento, da una prima analisi, i materiali provenienti dalle nuove aree e quelli dei passati scavi archeologici, possono essere inquadrati tra le tipiche tipolgie ceramiche della Media Età del Bronzo, una delle fasi iniziali della cultura dei Nuraghi.
Ricordiamoci che i beni archeologici possono elevare non solo il livello culturale delle popolazioni ma essere fonte di uno sviluppo economico e turistico non indifferente. In Italia ci sono migliaia di luoghi archeologici, un patrimonio che dovrebbe essere considerato il primo volano del turismo culturale in Italia. Se poi andiamo a guardare i dati degli ultimi dieci anni, scopriamo che i fruitori dei soli beni culturali statali sparsi sul nostro territorio sono più che raddoppiati, grazie ad una offerta che è sempre più variegata, costituita per il 47% da monumenti e aree archeologiche, per il 32% dai musei e per il 20% dai circuiti museali e archeologici.
E adesso? Cosa ci si aspetta? I dati parlano chiaro.
Il sito di Tanca Manna nasconde in sé le potenzialità di una condivisione di culture e prospettive. La sua valorizzazione identificherebbe la capacità di una città, come quella di Nuoro, di testimoniare la propria eredità culturale e farla ri-vivere.
*FocuSardegna