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Una volta, a Tula c'era un certo Malaspina che aveva una ricchezza strabiliante, ma era molto avaro. Eravamo ai tempi della messe e tutti avevano il grano messato, ma era annata cattiva per il grano, perchè c'era la carestia e perciò c'era molta povertà; e siccome tutto il paese sapeva che Malaspina era ricco, andavano a chiedergli l'elemosina; quello, però, non dava niente a nessuno e li cacciava di malo modo.Ecco che passò un povero che era Gesù Cristo travestito e disse a Malaspina: “Fatemi l'elemosina; quello che potete, almeno un pezzo di pane o una manciata di grano”.
Narra la leggenda che tanto e tanto tempo fa, quando ancora l'uomo non popolava la terra e la natura regnava incontrastata in tutto il mondo, il territorio nel quale oggi sorge la città di Cagliari era luogo di assoluta bellezza caratterizzato da clima mite e paesaggi incantevoli. Anche i demoni, capitanati da Lucifero, rimasero incantati dalla bellezza del posto, tant'è che un giorno decisero di volersene impossessare.
Dalla metà di ottobre fino a tutto novembre i tratturi selciati del vecchio borgo venivano attraversati da enormi branchi di pecore. Gli animali erano sospinti da giovani pastori, intabarrati con lunghi mantelli neri di orbace. Io e mio fratello, sette anni d’età e quattro rispettivamente, restavamo incantati a vedere quel passaggio interminabile di pecore belanti e di agnellini da poco nati, che tentavano di attaccarsi ai capezzoli delle loro madri. Quel mare di lana bianca belante, che si muoveva e ondeggiava, accompagnava inesorabilmente anche i miei sogni. Sogni rilassanti dove mi ritrovavo, adulto, mentre accudivo di persona ad un branco di pecore, tutte mie, in tancati illuminati dai colori della primavera e dal sorriso amicante di ragazze vogliose di avventure.