Ieri dopo la lunghezza di ben quattordici mesi sono riuscito a tornare a Seulo. L'avevo lasciato con una voragine nel ponte, una voragine che ancora c'e'. Quella stessa voragine che mi mise timore e che ora non fa più paura. Perché' la voglia di tornare era tanta e non poteva certo intimorirmi. E allora ecco che la supero e arrivo sin lassù, in quel paese cosi ospitale che mi porta indietro a tanti bei ricordi.Arrivo e trovo i volti di sempre, perennemente sorridenti.
Seulo stavolta si veste a festa, quella festa dedicata a San Giovanni e Santa Barbara.
Niente rosa di montagna ma festa religiosa. Arrivano i gruppi dai paesi vicini, i mitici ragazzi di Esterzili e i confinanti rappresentanti di Villanovatulo e Seui. Ancora non ho visto tante persone di Seulo con cui in passato ho condiviso bei momenti.
La processione parte dal centro abitato per poi arrivare fuori dal paese, in una chiesetta che porta gli occhi a perdersi nello splendido scenario naturale che si può vedere.
Come tutte le feste, anche questa finisce nella classica e tradizionale barracca paesana. Noto che qualcosa e' cambiato, Seulo vive in un'aria di omertà. Arrivano birre su birre e non si sa chi sia il mandante. Provo a chiedere ma nessuno dice nulla, faccio finta di niente e continuo a stare al loro gioco. Sino a quando si scoprono i colpevoli.
E' qua arriva il bello, perché sono praticamente tutti colpevoli!
Perché a Seulo l'ospitalità e' sacra.
Cosi come e' sacra la quiete che si respira in questo tranquillissimo paese di montagna.
Un paese difficilmente accessibile ma che colpisce nel cuore di chi lo visita.
Un paese che ho trovato un leggermente più triste negli occhi dei suoi abitanti.
Seulo non si merita di essere triste, la voglia di uscire, far festa, giocare a pallone, accogliere un amico sta venendo leggermente a mancare. Seulo vorrebbe vivere serenamente come ha fatto sinora, perché loro sono la serenità.
Mi auguro che presto tutto questo possa cambiare e il paese si possa nuovamente riempire, animare e frastornarsi col chiassoso sorriso dei suo abitanti.
Grazie ancora per come mi avete accolto.
Lassù in montagna io continuerò a tornare, perché vi voglio vedere sorridere nuovamente in totale serenità come vi meritate...