Negli ultimi tempi stiamo vivendo una vera e propria mania per la fotografia. È l'epoca dei social network, degli smartphone, delle reflex. Si trovano ovunque e si fotografa l'impossibile. Ormai pare quasi si viva di questo e tutto ruota attorno alle immagini. Ma quanto può far bene o può far male?
Come in tutte le cose, anche in questo frangente ci sono i pro e i contro. Forse spesso dà fastidio l'invadenza, l'irruenza e l'esagerato numero di immagini che girano in rete. Come in tutti i contesti, anche in questo frangente nascono invidie e maturano gelosie, ma è normale; è la società che funziona cosi.
Ma non vorrei parlare delle cose brutte piuttosto di quelle belle. Perché un'immagine in fondo è qualcosa di bello. Perché quando viene scattata una foto è perché l'autore ritiene importante quel momento. Ha un valore personale.
Certo che ormai vediamo qualsiasi tipo di foto. Forse le più comuni sono quelle che riguardano gli eventi e sicuramente c'è una saturazione di foto di questo tipo che può stancare e apparire monotona o ripetitiva. Ma avete mai pensato a cosa ci sia dietro?
Dietro c'è il fatto che prima poche persone conoscevano certe manifestazioni. Poche persone andavano a fotografarle. E porche persone si mettevano in viaggio per vederle. Ora no, una foto fa subito il giro del web, può arrivare con tantissima facilità e velocità in qualsiasi parte del mondo, dando la possibilità di incrementare il turismo.
Non credo di dire una sciocchezza, ma negli ultimi anni mi è capitato di vedere sempre più visitatori nei paesi dell'entroterra. E non parlo solo di stranieri o italiani, ma anche di sardi incuriositi dalla molteplicità e varietà delle nostre feste. Ho visto persone curiose e divertite e persone che acquistavano prodotti locali o dormivano nei posti che visitavano.
Un'altra parte felice di tutto questo sono le mostre fotografiche collettive, i diversi workshop che si organizzano e le associazioni di fotografi che stanno nascendo. Penso alle ultime “Cortes” di Lula per fare un esempio, dove un gruppo di amici appassionati di fotografia si è riunito per mettere insieme i loro scatti agli occhi di tutti. È stato un modo di vedere immagini della nostra terra e i turisti che sono andati a Lula non possono che essere rimasti soddisfatti.
Ma questa del paese ai piedi del Montalbo è stata solo l'ultima di una serie di mostre collettive. Perché in ogni angolo della Sardegna si possono trovare queste collaborazioni dove viene raccontata la nostra splendida Isola. Insomma, fotografia si o fotografia no. L'importante è che se ne parli, vuol dire che qualcosa si sta muovendo. Mi preoccuperebbe se ci fosse silenzio intorno a questo mondo, in quel caso penso che tutto ciò che ruota intorno al turismo, al consumo e alle immagini stia morendo... Buona luce a tutti!